mercoledì 4 marzo 2009

Le prove di fatto di Barak Obama


Il Presidente degli Stati Uniti tenta di cambiare la “geopolitica” americana,.

In queste ultime settimane abbiamo assistito alle cosiddette “prove di fatto” del nuovo Presidente USA., Barak Obama, che ha aggredito la crisi, pare, in modo soddisfacente, per dare agli americani la possibilità di uscirne. Ha dato supporto economico alle industrie automobilistiche e a determinate banche internazionali con l’intento di far rientrare la crisi economica il più presto possibile. Negli USA cambierà pure lo “scenario” della politica estera.
In questi ultimi giorni abbiamo visto il nuovo segretario di Stato Hilary Clinton a colloquio con i vertici israeliani per far sedare il conflitto ormai “permanente” con la Palestina. L’auspicio è quello di arrivare a due Stati indipendenti: la Palestina e lo Stato di Israele. Così propugna il nuovo segretario di Stato. Queste sono le priorità nella sua agenda dei contatti internazionali. Obama, si è capito, ha però delle difficoltà. Deve innanzitutto “rompere” quel filo che tiene “tesa” l’America dalle Lobby economiche, finanziarie e da parte delle società petrolifere.
L’applicazione di nuove tassazioni su queste Lobby, come intento, non è mai stata una novità; ci hanno provato tutti i presidenti che si sono avvicendati fino ad oggi, senza però riscontrare alcun dato positivo.
Le difficoltà si presentano enormi. Lo stato sociale americano pare sia il peggiore di quello occidentale e Obama, non a caso, vuole mettere mano, soprattutto, al Servizio Sanitario Nazionale, che in America, come sappiamo, è a totale carico del cittadino. Queste sono iniziative molto importanti e se mireranno l’obiettivo cambieranno lo scenario socio-politico degli Stati Uniti. L’Italia, con il governo Berlusconi è favorevole a queste iniziative.
Il Ministro degli Affari esteri Frattini si è recato nei giorni scorsi in America per incontrare il Segretario di Stato Hilary Clinton. I due membri di governo hanno siglato importanti accordi per quanto riguarda la ripresa economica negli USA e in Italia, accelerando, così, il più possibile la ripresa senza che vi siano ulteriori danni alle finanze dei due Stati.
L’Italia si trova in una posizione favorevole. Nonostante questa crisi le banche resistono e danno continuo supporto alle piccole e medie imprese, creando liquidità in riferimento pure a quello che è stato stabilito, come aiuto, dal governo Berlusconi.
Non tutti però sono d’accordo sul comportamento e sulle scelte del nostro esecutivo. Il PD, come si è capito dal nuovo Segretario Franceschini crea problemi e vuole, pare, destabilizzare l’azione stessa del governo, rallentando così la possibilità di una risoluzione più veloce della crisi.
L’azione del PD non fa altro che procurare consensi all’esecutivo, e di questo noi siamo consapevoli, soprattutto, da quando il PD perde sistematicamente alle elezioni amministrative.
Gli italiani hanno fatto crescere, seppur di poco, i consumi e hanno recepito il messaggio del Premier circa il recepimento di una migliore fiducia per poter migliorare gli acquisti e, quindi, alzare la percentuale del PIL. La crisi economica, dunque, si può risolvere solo con il consenso e solo con valide proposte da parte della politica. Pare invece che una certa”politica” non faccia buone proposte e quindi si evince che non voglia, da subito, si capisce, si esca da questo “empasse” economica.


Dott. Giampaolo Bonini
Segretario politico

mercoledì 18 febbraio 2009

Le elezioni regionali in Sardegna




Il 15 corrente di questo mese i sardi hanno rinnovato il proprio Consiglio Regionale.
Silvio Berlusconi,anche questa volta, come in Abruzzo, ha stravinto.
Qualcuno si chiederà perchè il suo candidato Cappellacci, sconosciuto, abbia raggiunto, agevolmente, lo scranno di Presidente della Regione Sardegna.
E' subito detto, quando, evidentemente, le elezioni o i problemi che investono il Paese vengono affrontati direttamente da Berlusconi, certamente si profila una vittoria.
E' inutile che gli opinionisti e gli osservatori politici dicano che Berlusconi riesce a veicolare il suo pensiero solo attraverso diffusioni mediatiche. Questo può essere anche vero, ma nelle diffusioni mediatiche bisogna metterci intelligenza, capacità persuasiva, precise analisi cognitive e saper capire come "gira" antropologicamente, il proprio Paese. Queste qualità sono, ormai, lo abbiamo capito, insite nel premier Berlsuconi.
Gli italiani., molto accorti, questo lo hano capito. Lo hanno capito meno, invece, i partiti d'opposizione. Dobbiamo, dire a Veltroni, "ma ci fermiamo solo agli inizi di una raccomandazione perchè non vogliamo arricchilo di cultura politica", dicendo che gli "strali" contro il premier e l'inconsistenza dei suoi proclami non hanno avuto, come si è visto, e non avranno mai consistenza nella verifica politica degli elettori. Questa è stata un ulteriore lezione per il centrosinistra. Veltroni, dimettendosi, ha reso un servizio al Paese.
L'ex segretario del PD ha portato in questa vicenda elettorale al disfacimento del proprio partito nato da poco. Il problema oggi, per loro, è quello di ricompattarsi e ricostituirsi. Si parla ovviamento dei partiti di sinistra. Ma se per loro non affiorasse un "certo" leader rimarranno sempre al palo di una politica sterile e inconcludente.
Ci vorrebbe anche per loro un leader come "Berlusconi". Ma di Berlusconi ce n'è uno solo ed è un personaggio di centrodestra .

dott. Giampaolo Bonini
Segretario politico

giovedì 5 febbraio 2009

Siamo fortunati, dice il Ministro per lo sviluppo econonmico, Scaiola: anche con la crisi energetica all'Italia non mancherà il gas.

Il Ministro Scaiola dice che non dobbiamo preoccuparci per la crisi politico-diplomatica-energetica tra Russia e Ucraina.


Le contrapposizioni tra questi due Paesi certamente non favoriranno il nuovo assetto ed equilibrio europeo.
Da tutti gli opinionisti, sia a livello locale che internazionale, se la Russia dovesse chiudere la sua fonte energetica riguardante il gas destinato all’Europa, anche l’Italia dovrà prendere le proprie contromisure. Noi siamo messi meglio degli altri Paesi europei perché abbiamo una riserva che ci consentirà di alimentare le nostre caldaie private e le apparecchiature delle imprese addirittura per qualche anno.
Circa un terzo degli approvvigionamenti di gas per l’Italia provengono dalla Russia. Il blocco concertato da questo Paese diventa drammatico per i paesi baltici, che da questa fonte ne traggono la maggiore percentuale del loro fabbisogno. Questi Paesi ,dalla Bulgaria alla Romania e all’Ungheria sono più di centomila le famiglie senza riscaldamento e quindi senza gas. Non dimentichiamo che le popolazioni di questi Paesi vivono con 18° sotto zero e ciò che fa specie ne vanno a soffrire tutte le strutture, ospedali compresi , che danno supporto alle persone indigenti e agli anziani. Nelle settimane scorse i Balcani erano avvolti dal gelo e qualche anziano ci ha pure rimesso la vita. Queste notizie sono pervenute dalle agenzie di stampa. La Serbia, anche lei in ginocchio non accetta il blocco da parte della Russia e come ebbe a dire, attraverso la sua diplomazia che promuoverà un’azione legale prima nei confronti dell’Ucraina e poi della Russia stessa. Putin, l’attuale “Zar di Russia”, pone la crisi energetica come strumento politico per rimuovere le opposizioni politiche da parte della Georgia e di altre ex repubbliche confinanti.
Questa crisi, che si fa europea, investe la macroeconomia e quindi viene presa di mira la vita quotidiana della gente e si instaura così un contenzioso molto allargato che diventerà cronico con la Russia, che esporta il gas e l’Ucraina sul cui territorio si snodano le tubazioni dei metanodotti.
Questo litigio per l’energia non è altro che l’appendice di una stabilizzazione politica che la Russia impone all’Ucraina, alla Georgia e agli altri Paesi. L’Ucraina, da parte sua, cerca di inserirsi nel contesto politico europeo per avere delle protezioni da parte di strutture che possano favorire il rapporto con la Russia e quindi con l’estensione dell’approvvigionamento del gas. L’Ucraina è imputata, da parte della Russia di rubare il gas e pure di non pagarlo, soprattutto non tanto per problemi economici, ma per “dispetti politici”. La Russia, come ritorsione, d’ora in poi farà pagare all’Ucraina al prezzo di mercato, anziché a un prezzo pari a circa la metà come avvenuto fino ad oggi, e i due Paesi, Russia e Ucraina a turno cercano di destabilizzare l’approvvigionamento di gas con l’interruzione del flusso, bloccando la rete distributiva. L’ establishment politico russo ha detto basta ai regali che fino ad oggi ha fatto all’Ucraina e ad altri Paesi per il tamponamento della crisi energetica.
Si apprende pure, e la notizia è ufficiale, che la società Gazprom, l’azienda di Stato russa che eroga il gas , in una nota, ebbe a sottolineare che avanza più di un miliardo di dollari per le forniture di gas all’Europa.
In questo contesto ci siamo anche noi. Il Ministro Scaiola nelle sue conferenze e nelle sue riunioni d’ufficio ha sottolineato che queste sono solo schermaglie negoziali; ed è ora che si concludano e si rimettano in piedi quei rapporti sugli affari internazionali che devono manifestarsi attraverso l’aiuto reciproco dei Paesi, ottenendo così una più chiara risoluzione della crisi energetica.
Berlusconi, da parte sua, ha già fatto passi importanti verso Putin e pare che abbia deciso di rimettere in piedi tutta quella serie di adempimenti che porteranno solo tutela all’Europa. L’economia russa, comunque, ha avuto pure un arresto per via del crollo del prezzo del petrolio e deve sopperire al mancato guadagno, attraverso la vendita del gas che, come dice Putin deve favorire le richieste dei Paesi europei e il contesto territoriale dei Paesi che si affacciano sui Balcani.
Queste azioni da parte della Russia devono inglobare un favorito rispetto nei confronti dell’Europa soprattutto perché attraverso la sua azione politica ha sempre propugnato la pace e portato equilibrio sia nelle istituzioni che sul mercato energetico, globale e reale.


dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico

L'Italia sotto il ricatto della violenza

La violenza sta imperversando nella nostra società. Le ragioni, ogni giorno, aumentano e sono anche ad opera di coloro ai quali noi diamo accoglienza. Queste persone hanno trovato una società italiana che li ha accolti senza riserve credendo che questi si volessero “affiancare” al rispetto delle nostre regole.
Ci si riferisce qui alle violenze scaturite nei giorni scorsi da parte di ospiti extracomunitari.
Credo che la comunità italiana per via di queste violenze, abbia oggi molte riserve e non ci sta più nell’accettare un “contesto” che destabilizzi la vita delle persone. Il momento è assai grave e pare che nemmeno la politica riesca in qualche modo a risolverlo.
Da tempo le istituzioni invocano il maggior rispetto da parte di queste “persone” nei confronti della nostra società, ma pare che anche le regole dettate dal nostro ordinamento non vengano prese in considerazione.
L’Italia è un Paese permissivo? Ognuno può fare quello che vuole. No, non è così. L’Italia ha le sue regole e le sue leggi che non sono solo frutto di mediazione politica, ma sono pure dettate dai principi costituzionali.
Qui non bisogna fare di tutte le erbe un fascio, bisogna capire il fattore antropologico e soprattutto la crisi in cui versa la nostra società. I problemi sono innumerevoli, i giovani italiani non vogliono più costruirsi un futuro; sono sempre protesi alla ricerca di un “stordimento” per lenire le problematiche che li avvolgono.
Dire questo è molto semplicistico, però, purtroppo, è la realtà. Bisogna costruire quindi una società giovanile migliore. Dare la possibilità ai giovani di poter intervenire e di poter agire costruttivamente nelle strutture istituzionali, per creare un futuro migliore e che dia loro la possibilità di essere vera classe dirigente.
Bisogna pure pensare ad una programmata integrazione, nelle istituzioni, di persone che vengono accolte e che danno una mano al Paese nelle attività produttive. L’integrazione per gli extracomunitari sono quelle che riguardano la stabilizzazione del lavoro, della casa e quella soprattutto dei figli nelle strutture scolastiche.
Fatto questo, si avrà certamente una società migliore, multietnica, e così pure la violenza verrà meno, quindi, sarà più controllata.
Il nostro Paese è un Paese civile e così deve comportarsi. Deve rimettere al meglio in piedi nell’ambito giudiziario la certezza della pena e chi delinque deve essere punito. Le punizioni, soprattutto, per certi reati, devono essere esemplari.
Ci vuole per questo, una condivisione della politica e soprattutto della magistratura. L’attività legislativa nel Paese deve pure contenere leggi che diano la giusta dimensione della punibilità del reato. Devono essere messe in piedi strutture gratuite a tutela delle donne che, purtroppo, sono state sottoposte alle violenze che abbiano assistito in questi ultimi tempi , e far sì che queste persone, divenute fragili, riacquistino fiducia nel Paese, nelle istituzioni e nella società italiana. Questo si raggiungerà attraverso una rete di collaborazione fra tutti coloro che sono preposti a conseguire l’obiettivo di una positiva crescita sociale. Non deve rimanere, però, solo un auspicio.

dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico

I magistrati si rabboniscono tra di loro, ma l'etica rimane sempre un valore sospeso ......

Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una sorta di pacificazione tra le procure di Salerno e di Catanzaro , ma è rimasta quella sensazione negativa nei confronti di questo potere che dovrebbe solo portare l’esempio per una legalità sostanziale e non solo affermata.
Salerno e Catanzaro, queste Procure hanno perseguito come si diceva una sorta di pacificazione dopo una battaglia molto dura nell’attività gestionale con colpi riguardanti sequestri e altro, si sono finalmente rassegnate a porre termine a una faida che si era costruita già da molto tempo.
Why Not , aperta a Catanzaro la Pm de Magistris è stata la concausa dello scandalo giudiziario e che veniva, strumentalmente rivendicata sia da Salerno che da Catanzaro. Dopo questa sorta di pacificazione Salerno potrà prendere atto di questi documenti che fino a qualche settimana fa le erano preclusi. Catanzaro quindi potrà chiedere il rinvio a giudizio di molti indagati, con prevedibili pesanti, indagini nei confronti dei Comuni che si trovano coinvolti fin dall’inizio dell’ìndagine. E’ stato comunque avvertito, nell’ambito della problematica, un senso di responsabilità da parte dei magistrati. Ma si può prevedere , magari nel corso di più strette indagini un ritorno a contrasti che metterebbero solo alla gogna i principi che costruiscono il potere indipendente della magistratura. Questo “affaire” col caso de Magistris ci lascia molto perplessi e ne va della credibilità di questo organo giudiziario dello Stato. Non possiamo nemmeno ignorare le continue lamentele da parte delle strutture della giustizia per le carenze riguardanti la sicurezza che dovrebbe essere stabilizzata dagli organi di polizia impiegati in altre strutture o indagini.
Sì, in questi ultimi tempi abbiamo assistito ai contrasti in questa magistratura italiana che dovrebbe portare alla gente solo fiducia nella giustizia e non prestarsi a situazioni precariezzanti.
Già da parecchi anni esiste in Italia il problema della magistratura e non a caso il nuovo governo vuol riproporre una riforma che consenta al Paese di essere messo in condizione di sicurezza quando necessita rivolgersi al potere giudiziario. Purtroppo dobbiamo dire che la giustizia italiana è allo sbando ed è poco credibile. I magistrati chiedono continuamente rispetto della loro indipendenza.

dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico

L'uovo di legno e i rammendi per l'Italia

La crisi mondiale. Questa crisi tanto dibattuta a tutti i livelli fa paura? Ci sarà la riduzione di posti di lavoro? Come sarà il futuro dei giovani? Vi sarà ancora una crescita socio-economica?
Queste sono le domande che ricorrono continuamente in uno stato di disagio da parte della gente.
E l’Italia come si pone nei confronti di questa crisi finanziaria che ha aggredito tutte le banche specie quelle statunitensi?
Purtroppo la crisi c’è. Durerà, a detta degli economisti, minimo un anno, e non sono per niente pessimisti.
L’Italia, rispetto agli altri Paesi della comunità europea si trova in una posizione migliore: le banche dei paesi aderenti all’Unione hanno grosse difficoltà oltre che di investimento anche gestionali.
La globalizzazione, possiamo dire, che inizialmente ha colpito un po’ tutti i settori finanziari e il potere d’acquisto delle monete, è sceso di un buon 12%. L’euro è l’unica moneta che ha mantenuto il suo potere d’acquisto arginando l’inflazione. Quello che è importante è che non si perda di vista la voglia di fare e di operare ancora di più per scaricare gli ambienti finanziari negativi.
Il governo italiano , e bisogna proprio dargliene atto, ha attribuito aiuti finanziari consistenti alle banche e alle imprese. Questo perché le banche possano avere liquidità finanziaria e perché le imprese producano di più.
Bisogna, come giustamente dice Berlusconi, nei nuovi appelli al Paese, di essere ottimisti e di invertire l’ambito della base economica, quindi, aumentare la domanda da parte dei consumatori per far sì che i prodotti possano rappresentare,da subito, fonte di ricchezza e di guadagno.
Il nostro Paese ha bisogno di stabilità sia politica che finanziaria e deve essere ricondotta a un dialogo tra i due schieramenti del Paese. Deve esserci una nuova aria per momenti più positivi per poter dare, da parte del governo, sostanzialmente, alle famiglie, condizioni migliori, salvaguardando il lavoro e dando più tutela per raggiungere più agevolmente gli obiettivi di vita. Così facendo, l’esecutivo potrà avviare un processo per ricondursi , per il meno abbienti a una maggiore sicurezza sociale, soprattutto per i giovani.,
L’Italia ha pure bisogno di aumentare il welfare dando ulteriori possibilità a quelle categorie sociali che fino ad oggi hanno avuto poca attenzione per quanto concerne la tutela economica.
Di ciò ha bisogno il Paese! Perché l’economia possa essere rilanciata ci vuole un’analisi economica e una programmazione rivolta alla risoluzione dei problemi strutturali.
Il governo Berlusconi ha fatto già la sua parte e ora spetta alle imprese e al sistema finanziario di tracciare un positivo percorso per uscire da questa crisi incamminando quindi la strada della crescita della popolazione italiana.
Questi possono essere i rammendi per l’Italia. E con questi rammendi si potrà ottenere un “tessuto” molto più resistente sul quale camminare agevolmente verso programmi atti a rimettere in piedi questo Paese, che per la sua creatività ha sempre avuto le migliori manifestazioni internazionali.
Sarà solo una volontà e un auspicio? Non solo, con l’attuale governo sicuramente si arriverà all’obiettivo Il Paese deve riporre fiducia.


dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico